Nato a Salle (Pescara) intorno all’anno 1273, da Tommaso e Benvenuta, fin da piccolo rivelò un grande senso di amore fraterno e del perdono. All’età di 7 anni, un giorno, un vicino di casa della sorella le ammazzò un animale quasi per sfregio buttandoglielo davanti la porta di casa. La sorella sconvolta chiese vendetta al fratellino. La domenica in chiesa, giunti al momento del segno della pace, allora in uso durante la celebrazione dopo l’Agnus Dei, il piccolo Santuccio ricevuto il segno di pace dal celebrante, corse subito a restituirlo al dichiarato nemico della sorella.A 16 anni seguendo una forte vocazione conobbe e seguì Pietro Angeleri da Isernia, l’eremita del Morrone il futuro Papa Celestino V. Nel 1294 Roberto, finito il Noviziato, era già ormai fra i più cari discepoli del santo uomo, dedito con tutta l’anima alla pratica della virtù ed al culto del silenzio ed alla mortificazione del proprio corpo.Alla richiesta del Sommo Pontefice Celestino V di seguirlo nella nuova via apertagli dal Signore, nonostante il grande amore e rispetto che lo legavano tenacemente al grande padre spirituale, rifiutò per impegnarsi, invece, quale suo successore nell’esaltazione del suo esempio tra gli aspri eremi abruzzesi.