Caro Gesù,
quest’anno voglio scrivere a Te. Per tanti motivi. Prima di tutto perché so che Tu mi leggerai di sicuro e la mia lettera non finirà come le tue. […] Nel migliore dei casi le abbiamo scorse frettolosamente e con aria annoiata. Poi perché so che Tu non ti fermi a fare l’analisi estetica di ciò che ti dico. Tu vai sempre al nocciolo, o alla radice, e sei imbattibile a leggere sotto le righe. […]
Aiuta me e tutti i miei fratelli sacerdoti a lasciarci condurre dallo Spirito, che è Spirito di comunione e non di rivalità, Spirito di servizio e non di parte.
Dona ai laici della nostra Chiesa la gioia di Te, che fai nuove tutte le cose. Ispira in essi i brividi dei cominciamenti, le freschezze del mattino, l’intuito del futuro.
Esorcizza nelle nostre comunità la paura del volto, l’impressione che si campi solo sulle parole, il sospetto che, di ardito, amiamo solo le metafore.
Metti nel cuore di chi sta lontano una profonda nostalgia di Te. Asciuga le lacrime segrete di tanta gente, che non ha il coraggio di piangere davanti agli altri.
Entra nelle case di chi è solo, di chi non attende nessuno, di chi a Natale non riceverà nemmeno una cartolina e, a mezzogiorno, non avrà commensali. Gonfia di speranze il cuore degli uomini, piatto come un otre disseccato dal sole. […]
Ricordati di tutti i poveri e gli infelici, i cui nomi hanno trovato accoglienza sterile solo sulla mia agenda, ma non sono ancora nel mio impegno di vescovo, chiamato a presiedere la carità.
Ricordati, Signore, di chi ha tutto, ma non sa che farsene: perché gli manchi Tu.
Buon Natale, fratello mio Gesù, che oltre a vivere e regnare per tutti i secoli, muori e sei disprezzato, minuto per minuto, su tutta la faccia della terra nella vita sfigurata degli ultimi.
Ti stringo al cuore.
don Tonino Bello